lunedì 9 giugno 2008

Fiume di emozioni: ultima puntata della 4^ stagione del Dottor House


Un fiume di lacrime, quel pianto sofferto che si cerca di trattenere ma che si libera autonomamente quando si partecipa ad un dolore. L'ultima puntata di "House M.D.", o come lo chiamiamo in Italia "Dr. House", ha saputo toccarmi profondamente. "Come fai a piangere per una serie tv?".
Che domande...

La mia risposta è: "Perché no?". Se si accetta l'idea di commuoversi per un film, per un libro, per un quadro, per un'opera musicale... allora perché non con una serie tv?

Anzi, visto che la serie è una specie di "storia molto lunga", perché si spalma su tante puntante, ci si lega alle vicende dei personaggi in maniera molto forte.

Certo, questo dipende anche dallo spettatore. C'è gente a cui non piacciono le serie.... "poveretti". Mi dispiace per loro.

Tornando ad House... la quarta stagione finisce in maniera splendida. Occhio che racconto tutto... se non volete sorprese non leggete.

L'ultima puntata, la numero 16, intitolata "Wilson's heart", ossia il cuore di Wilson, porta alla conclusione l'arco narrativo iniziato nella puntata precedente, ossia "House's Head", la testa di House.

In pratica, nell'ultima puntata Amber, la stronza tagliagole, ora fidanzata di Wilson, muore. Eh sì. E non è una morte così, leggera. Si corre contro il tempo per salvarla fino a capire che non c'è speranza.

E così Wilson passa con lei gli ultimi momenti.

E le lacrime volano.

Bellissimo il ritmo, bellissima recitazione. Un altro grandioso esempio di come la tv americana sforni opere davvero eccezionali.

È bello far correre le emozioni, farsi catturare da una narrazione, da un mondo parallelo e sentirsi vivi in un modo diverso. Chi ha il cuore pronto ad aprirsi recepisce le storie che gli vengono raccontate. E forse, questo permette anche di imparare qualcosa, facendo, in un certo senso, esperienza di situazioni anche se non vissute personalmente.

sabato 7 giugno 2008

La mia sul saggio della Scuola Danza Mantra di Rimini


Bon. Dopo qualche giornata a pensare ad altro e a riprendersi dalle fatiche, penso sia venuto il momento per me di mettere giù i miei pensieri sullo spettacolo di fine anno del Mantra di Rimini. Siete pronti ad entrare in un viaggio di "dietro le quinte"?

Cominciamo dall'inizio. Quest'anno, andati in scena il 4 giugno, abbiamo creato uno spettacolo, "Tutti pazzi per Alice" cercando di creare qualcosa che potesse riprendere il successo di "Cluedo", ossia la storia del saggio dell'anno scorso.

Da parte mia ho inserito il "metodo" nella creazione di uno spettacolo, da fare come si deve, con i suoi passaggi fondamentali. Una sceneggiatura, una scenografia, una costruzione coerente, la messa in scena, ecc...

Per quanto riguarda lo svolgimento a teatro è filato liscio come l'olio e questa è la dimostrazione che il lavoro di preparazione ha funzionato. Mi riferisco alla parte di "Alice". Nella prima parte ci sono stati dei problemi di tempi. Aldilà dei problemi tecnici che non si possono prevedere (il cd non partiva ed era stato provato più volte alle prove, con tanto di controllo finale pre spettacolo di sicurezza), ci sono stati dei tempi morti notevoli.

Ma per quanto riguarda "Alice", altre sono le cose che non sono andate bene. Prima di tutto: il problema scenografie. Il nostro budget non è stratosferico. Abbiamo anche molte spese fisse, che crescono di anno in anno (un sentito "grazie di niente" alla gestione del Teatro Novelli). Per questo motivo ho cercato di realizzare le scenografie "a costo zero", escludendo ovviamente i materiali.

Purtroppo, come spesso accade in questo ambiente, scegliere la strada economica non funziona. Mi sono così ritrovato a pochi giorni dall'andare in scena senza più un supporto scenografico. Allora ho portato dentro il progetto il famoso "Piano B", ossia Stefano Piergiovanni, un amico che lavora con le scenografie da vent'anni. Con il suo supporto siamo riusciti a creare parte del "fumetto" che volevamo in scena per Alice. I tempi strettissimi ci hanno costretti a lavorare in semplicità e in continua semplificazione.

Il risultato è stato accettabile, ma lontano dall'idea di partenza. Amen. Abbiamo comunque fatto qualcosa di decente con tempo zero. L'anno prossimo andrà molto diversamente.

Il secondo grosso problema è venuto fuori dal ritmo dello spettacolo, dato dal troppo stacco tra le coreografie e le scene. Anche questa è una cosa che si può facilmente correggere l'anno prossimo. Mentre l'anno scorso il "bisogno coreografico" delle mie colleghe si era ben esaurito durante il fiume di coreografie della prima parte dello spettacolo, quest'anno hanno riversato le necessità creative nei pezzi di Alice. Ne è risultato un calderone eterogeneo, a differenza di "Cluedo" dove invece tutto era molto ben legato.

Voglio dire "bravi" a tutti quanti, soprattutto al mio gruppo dei Mad Killers, che anche se mi hanno fatto IMPAZZIRE sono stati bravi!

Ho già due idee toste per l'anno prossimo... qualcosa di grosso... ma si vedrà...