domenica 23 novembre 2008

Bisogna fregarsene di quello che dicono gli altri. Quindi anche di questo consiglio.

Se l'opinione degli altri non conta, allora non contano nemmeno i consigli che scrivo. Se una persona se ne deve fregare di quello che gli altri pensano di noi, allora non conta nemmeno sentirsi dire "fregatene degli altri".

Non è filosofia esistenziale. una considerazione logica. E molto, molto, molto pratica.

Perché ognuno è fatto a modo proprio. E non esistono regole che valgono per tutti. Come diceva Liga? "Qua nessuno c'ha il libretto d'istruzioni".

Eh già.

Ciò che vale per me, amico mio, non vale per te e non vale per altre cento persone. E così il contrario.

Allora l'unica cosa che si può fare è cercare di essere presenti, mettersi lì, ed ascoltare quello che gli altri hanno da dire. E capire.

Quando si ha accesso ai pensieri degli altri, allora è possibile cercare di dare un consiglio, un aiuto, qualcosa di importante.

Lo dico perché io sono il primo a vivere delle situazioni difficili ma non ho trovato nessuno che sia mai stato in grado di capire quello che ho dentro e di riuscire a tirare fuori un insieme di frasai che fosse capace di dare sollievo alla sete di comprensione che avevo.

E allora? I consigli sono solo l'applicazione incoscente di esperienze personali. Prima di dispensarli, e ancora di più prima di impuntarsi per essi, bisognerebbe fermarsi ad ascoltare. Si può scoprire un nuovo mondo.

Noi siamo circondati da persone che ci seguono. PErsone a cui cerchiamo di trasmettere una passione e una voglia di fare. Abbiamo il nostro modo. Abbiamo il nostro sistema. Che non funziona con tutti allo stesso modo.

Ma penso che quando questo qualcosa non va, non siano le persone che abbiamo di fronte a sbagliare. Forse c'è anche qualcuno che "non capisce". Ma comunque sia è il metodo che fallisce. E sta a me trovarne un altro.

Per farlo, mi fermo e ascolto.

venerdì 7 novembre 2008

un’altra poesia, mi è preso il vizio.. questa è per il mio love!

Fragile fiore immerso nel buio
Resti a guardare la notte di fronte a te
Angelo eterno dalla maschera di fuoco
Nuvole pesanti oscurano il sole
Cercando invano di oscurarti il cuore
E tendi una mano verso di me
Stregato e rapito dai tuoi occhi
Cuore e anima già tuoi
Amici e amanti persi nel tempo

Questo post è una copia dell'originale del mio sito www.alewebsite.net

giovedì 6 novembre 2008

Una brutta poesia scritta di notte...

Esplode luce immensa inaspettata
Crea ombre dove prima era sereno
Non vi è fuga dal calore di un nuovo sole
Aggrappati a un tepore più lieve e antico
Una ferita sottile che non puoi ignorare
Un ritmo contro tempo che si insinua sul tuo passo
L’aroma di un caffè che viene da lontano
Così scontato e sconosciuto allo stesso tempo
Una storica rotta in un mare nuovo
Una nuova strada su un familiare terreno
Le ombre si allungano al calar del sole
E il mondo resta in piedi per miracolo

mercoledì 24 settembre 2008

Riprendere l'università...


E così, da ieri, ho cominciato le lezioni all'Università di Rimini, Facoltà di Economia, corso di laurea in Economia dell'Impresa. Yeah. Beh, non posso certo dire di essere particolarmente emozionato. Ho deciso di cominciare questo "percorso" per mettere un titolo di studio sull'esperienza professionale accumulata negli ultimi quattro anni di Keasy. Anni e anni fa, ossia nel 1999, mi ero iscritto a Statistica e Informatica, corso che ho poi abbandaonato per cominciare a lavorare effettivamente come Web Developer. Ricordo con divertimento che per un bel periodo io e i miei colleghi d'ufficio svolgevamo più o meno le stesse mansioni. Solo che io non ero laureato e loro sì. Anyway, parliamo di adesso...

La prima cosa che mi è saltata all'occhio, andando a lezione, è che ci sono molti più "alternativi" di quello che mi aspettassi. Voglio dire, è pur sempre economia... curriculum Management... non esalta la mia mente, figuriamoci la mente di chi cerca apertura, arte, ecc.. Evidentemente il loro essere alternativi è una facciata. Oppure studiano economia per intraprendere un percorso etico in questo ambito (ne esistono diversi esempi). Comunque mi fa piacere di non essere completamente circondato da fighettini.

Come seconda cosa, devo ammettere che stando all'interno dei cortili dell'Università di Rimini si respira una bella aria. Certi scorci, visti da qualche finestra, sembrano quasi ricordare importanti università straniere, come Cambridge o Oxford. O ai college americani. Pensare che loro si sbattono tanto per creare strutture che sembrino antiche secoli, mentre noi le abbiamo davvero e ci studiamo dentro. Solo che poi il fatto che siano "spazi vetusti" è piuttosto evidente... Muri e illuminazione ti fanno capire che sei in uno spazio che non è stato ideato con quello scopo. Per carità, l'adattamento è eccellente. Ma purtroppo resta lontano dalle immagini che mi colpiscono tanto nei film e telefilm americani. È pur vero che i college americani costano una fortuna...

Tornando al corso... per ora sono inziate le lezioni di "Sistema Informativo Aziendale", un nome complesso e altisonante che in realtà cela un corso che mi pare essere di economia aziendale pura. Almeno per ora. Ad ogni modo, anche se le lezioni sono piuttosto noiosette (so già queste cose) è necessario entrare bene nell'ottica del linguaggio tecnico specifico. Niente di particolarmente faticoso, per ora direi che non mi posso lamentare.

Chiaramente non ho "fatto amicizia" con nessuno, per il momento. Sono un "vecchio" lì dentro. Anche se a dirla tutta non mi fissano più di tanto. Avere 28 anni e non 40 aiuta sotto questo aspetto, suppongo. Ad ogni modo, spero di poter avere qualche legame umano con i miei compagni di corso. Non che non sia in grado di vivere senza. Però è altrettanto vero che affrontare le cose potendo scherzare con le persone che hai intorno rende tutto molto molto più divertente.

Bon. In definitiva direi che per ora l'esperienza è positiva! Speriamo mi serva a qualcosa...

lunedì 9 giugno 2008

Fiume di emozioni: ultima puntata della 4^ stagione del Dottor House


Un fiume di lacrime, quel pianto sofferto che si cerca di trattenere ma che si libera autonomamente quando si partecipa ad un dolore. L'ultima puntata di "House M.D.", o come lo chiamiamo in Italia "Dr. House", ha saputo toccarmi profondamente. "Come fai a piangere per una serie tv?".
Che domande...

La mia risposta è: "Perché no?". Se si accetta l'idea di commuoversi per un film, per un libro, per un quadro, per un'opera musicale... allora perché non con una serie tv?

Anzi, visto che la serie è una specie di "storia molto lunga", perché si spalma su tante puntante, ci si lega alle vicende dei personaggi in maniera molto forte.

Certo, questo dipende anche dallo spettatore. C'è gente a cui non piacciono le serie.... "poveretti". Mi dispiace per loro.

Tornando ad House... la quarta stagione finisce in maniera splendida. Occhio che racconto tutto... se non volete sorprese non leggete.

L'ultima puntata, la numero 16, intitolata "Wilson's heart", ossia il cuore di Wilson, porta alla conclusione l'arco narrativo iniziato nella puntata precedente, ossia "House's Head", la testa di House.

In pratica, nell'ultima puntata Amber, la stronza tagliagole, ora fidanzata di Wilson, muore. Eh sì. E non è una morte così, leggera. Si corre contro il tempo per salvarla fino a capire che non c'è speranza.

E così Wilson passa con lei gli ultimi momenti.

E le lacrime volano.

Bellissimo il ritmo, bellissima recitazione. Un altro grandioso esempio di come la tv americana sforni opere davvero eccezionali.

È bello far correre le emozioni, farsi catturare da una narrazione, da un mondo parallelo e sentirsi vivi in un modo diverso. Chi ha il cuore pronto ad aprirsi recepisce le storie che gli vengono raccontate. E forse, questo permette anche di imparare qualcosa, facendo, in un certo senso, esperienza di situazioni anche se non vissute personalmente.

sabato 7 giugno 2008

La mia sul saggio della Scuola Danza Mantra di Rimini


Bon. Dopo qualche giornata a pensare ad altro e a riprendersi dalle fatiche, penso sia venuto il momento per me di mettere giù i miei pensieri sullo spettacolo di fine anno del Mantra di Rimini. Siete pronti ad entrare in un viaggio di "dietro le quinte"?

Cominciamo dall'inizio. Quest'anno, andati in scena il 4 giugno, abbiamo creato uno spettacolo, "Tutti pazzi per Alice" cercando di creare qualcosa che potesse riprendere il successo di "Cluedo", ossia la storia del saggio dell'anno scorso.

Da parte mia ho inserito il "metodo" nella creazione di uno spettacolo, da fare come si deve, con i suoi passaggi fondamentali. Una sceneggiatura, una scenografia, una costruzione coerente, la messa in scena, ecc...

Per quanto riguarda lo svolgimento a teatro è filato liscio come l'olio e questa è la dimostrazione che il lavoro di preparazione ha funzionato. Mi riferisco alla parte di "Alice". Nella prima parte ci sono stati dei problemi di tempi. Aldilà dei problemi tecnici che non si possono prevedere (il cd non partiva ed era stato provato più volte alle prove, con tanto di controllo finale pre spettacolo di sicurezza), ci sono stati dei tempi morti notevoli.

Ma per quanto riguarda "Alice", altre sono le cose che non sono andate bene. Prima di tutto: il problema scenografie. Il nostro budget non è stratosferico. Abbiamo anche molte spese fisse, che crescono di anno in anno (un sentito "grazie di niente" alla gestione del Teatro Novelli). Per questo motivo ho cercato di realizzare le scenografie "a costo zero", escludendo ovviamente i materiali.

Purtroppo, come spesso accade in questo ambiente, scegliere la strada economica non funziona. Mi sono così ritrovato a pochi giorni dall'andare in scena senza più un supporto scenografico. Allora ho portato dentro il progetto il famoso "Piano B", ossia Stefano Piergiovanni, un amico che lavora con le scenografie da vent'anni. Con il suo supporto siamo riusciti a creare parte del "fumetto" che volevamo in scena per Alice. I tempi strettissimi ci hanno costretti a lavorare in semplicità e in continua semplificazione.

Il risultato è stato accettabile, ma lontano dall'idea di partenza. Amen. Abbiamo comunque fatto qualcosa di decente con tempo zero. L'anno prossimo andrà molto diversamente.

Il secondo grosso problema è venuto fuori dal ritmo dello spettacolo, dato dal troppo stacco tra le coreografie e le scene. Anche questa è una cosa che si può facilmente correggere l'anno prossimo. Mentre l'anno scorso il "bisogno coreografico" delle mie colleghe si era ben esaurito durante il fiume di coreografie della prima parte dello spettacolo, quest'anno hanno riversato le necessità creative nei pezzi di Alice. Ne è risultato un calderone eterogeneo, a differenza di "Cluedo" dove invece tutto era molto ben legato.

Voglio dire "bravi" a tutti quanti, soprattutto al mio gruppo dei Mad Killers, che anche se mi hanno fatto IMPAZZIRE sono stati bravi!

Ho già due idee toste per l'anno prossimo... qualcosa di grosso... ma si vedrà...